martedì 1 dicembre 2009

Io sradicato poeta per fame e sogni...


Per coloro che non hanno diritto alcuno
Non conoscono pace e uguaglianza
Che vivono nel terrore
E nell'angoscia
Non conoscono democrazia
Né partecipazione

Per coloro che non hanno mai conosciuto
L'amore
Nati nella cultura della guerra
Giocano con le armi
Oppressi da mali secolari
E odi tribali

Per coloro che navigano nell'assoluta
Arretratezza
E sognano solamente nemici
Vivono nella povertà
Nell'ignoranza
Non conoscono la libertà

Per coloro che nascono nello
Sfruttamento
Umiliati nella dignità
Vivono nell'oppressione e non possono ribellarsi

Per coloro che vivono una vita
Penosa
Che hanno interiorizzato l'offesa
Vivono nella sofferenza e nella paura

Per coloro che permangono
Nell'impotenza
E di lottare non hanno forza

Per coloro che desiderano ridere
E vogliono la pace
Io sogno
Quel sottile tremante
Raggio di luce
Che un giorno
Esitante
Illuminerà i loro volti
Ma che mai più
Abbandonerà le loro anime

(Dal libro Akhria - io sradicato poeta per fame e sogni e incubi di un clandestino - del poeta Hamid Barole Abdu. Libreria del Teatro Editrice, Reggio Emilia, 1996. Genere: Poesia)

Biografia di Hamid Barole Abdu:
Nato ad Asmara (Eritrea)nel 1953 vive stabilmente in Italia dal 1974. Nel 1996 ha pubblicato un libro di poesie dal titolo "Akhria. Io sradicato poeta per fame" con cui ha vinto la XIII Edizione del Premio letterario SATYAGRAHA. Dai testi di Akhria sono stati realizzati due spettacoli teatrali. Ha maturato un'esperienza ventennale come operatore di settore della psichiatria occupandosi delle problematiche relative all'immigrazione. Collabora, come docente, alla preparazione dei mediatori culturali.

fonte:meditare.net

mercoledì 18 novembre 2009

martedì 18 agosto 2009

Bankitalia: immigrati in aumento ma non tolgono lavoro agli italiani.


Roma, 18 ago. (Adnkronos) - La crescita della presenza straniera in Italia ''non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani''. E' quanto rileva uno studio di Bankitalia dedicato alle economie regionali che evidenzia in particolare l'esistenza di ''complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne''. Per queste ultime, la crescente presenza straniera attenuerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all'assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l'offerta di lavoro, si legge nello studio dell'istituto centrale.



A partire dagli anni Novanta, l'Italia è divenuta meta di considerevoli flussi migratori dall'estero. La quota di popolazione immigrata, sottolinea lo studio, è passata dallo 0,6 per cento nel 1991 a quasi il 6 nel 2008. Nell'ultimo quinquennio il numero di stranieri residenti è più che raddoppiato, portandosi a 3,4 milioni di persone. Sull'aumento hanno influito la regolarizzazione avviata nel 2002 che ha portato all'emersione di circa 650 mila persone che già lavoravano in Italia e gli ingressi di cittadini europei divenuti comunitari recentemente.

Le nuove generazioni di stranieri registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani, prosegue Bankitalia che sottolinea come le difficoltà scolastiche degli stranieri sono più accentuate nel Mezzogiorno.

L'afflusso degli immigrati non ha interessato in maniera uniforme tutte le aree del Paese: l'incidenza della popolazione straniera è oggi molto più elevata nel Centro Nord (quasi l'8 per cento) rispetto al Mezzogiorno (2,1 per cento). In Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna e Piemonte, dove si concentra il 45 per cento della popolazione italiana e si produce poco meno del 60 per cento del valore aggiunto nazionale, risiedono quasi il 70 per cento degli stranieri.

Nel 2008, ricorda Bankitalia citando i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell'Istat, i lavoratori stranieri residenti in Italia rappresentavano il 7,5 per cento dell'occupazione complessiva; al Centro Nord l'incidenza era superiore al 9 per cento, a fronte del 3 nel Mezzogiorno. Il tasso di occupazione degli stranieri in età lavorativa era pari al 67 per cento, 9 punti percentuali in più rispetto agli italiani.

Il divario è in parte riconducibile a caratteristiche individuali, quali la minore età media degli stranieri e la necessità di avere un lavoro per ottenere il permesso di soggiorno, in parte alla loro concentrazione nelle aree più sviluppate del Paese, dove è più forte la domanda di lavoro. Il tasso di occupazione degli stranieri residenti nel Mezzogiorno era pari al 59 per cento, circa 9 punti percentuali in meno rispetto a quello del Centro Nord. E' ragionevole ipotizzare che i più bassi tassi di occupazione nel meridione risentano della maggiore diffusione del lavoro sommerso e dei fenomeni di irregolarità, si legge nello studio.

Sempre secondo elaborazioni della Banca d'Italia, i redditi da lavoro dipendente nel settore privato degli stranieri sono inferiori di circa l'11 per cento a quelli degli italiani. Il differenziale salariale, oltre al minore livello di istruzione degli stranieri, è attribuibile anche a una maggiore concentrazione in settori di attività e mansioni meno qualificate e in imprese meno produttive. Le retribuzioni degli stranieri nel Mezzogiorno sono più basse di quelle al Centro Nord.

Il livello di istruzione dei lavoratori stranieri è in media inferiore a quello degli italiani. Nel 2008, gli occupati con cittadinanza estera di età compresa tra i 25 e i 65 anni in possesso al più di un titolo di studio corrispondente alla scuola media inferiore erano il 44 per cento, quasi 7 punti percentuali in più rispetto al corrispondente valore per gli italiani; quelli in possesso di una laurea erano circa il 13 per cento a fronte del 18 per gli italiani.

Il grado di istruzione degli stranieri è inferiore nelle regioni meridionali, dove la quota di lavoratori immigrati in possesso di una laurea è dell'8 per cento (5 punti in meno del Centro Nord) e la quota di stranieri con al massimo l'obbligo scolastico è pari a circa il 65 per cento (13 punti in più che nel Centro Nord).

Fonte: bankitalia.com

mercoledì 27 maggio 2009

Da che parte stare - FOTO e AUDIO dalla manifestazione nazionale di Milano


Sabato 23 maggio un grande corteo ha attraversato le vie di Milano: dalla stazione centrale fino al cuore di Milano, piazza Duomo, oltre 20.000 uomini e donne, italiani e migranti, hanno sfidato il caldo e il silenzio che circonda la condizione migrante. Un grande corteo che rifiuta la logica della "guerra tra poveri" e la rovescia. Non con la semplice solidarietà, ma con una scelta di parte precisa: la parte dei migranti e delle migranti, la parte di coloro sui quali a causa della Bossi-Fini si scarica il peso maggiore della crisi, e che sono indicati con il pacchetto sicurezza come i nemici da combattere (leggi l'appello della manifestazione).

FOTO E APPROFONDIMENTI http://www.coordinamentomigranti.splinder.com/post/20615819/Da%20che%20parte%20stare%20-%20FOTO%20e%20AU

FONTE coordinamentomigranti.splinder.com

venerdì 22 maggio 2009

Siamo tutti migranti.

http://www.youtube.com/watch?v=0oJcgFkFuAc

venerdì 15 maggio 2009

Una giornata di un clandestino

Sono le 5, mi sono appena svegliato. I miei compagni dormono ancora. Metto su un po’ di latte e riscaldo il riso che mangeremo. Oggi inizia una nuova giornata, devo far presto per arrivare al solito angolo di strada sperando che venga il “caporale” e mi scelga per lavorare. E’ già una settimana che mi hanno promesso di chiamarmi ma ancora non ho trovato lavoro. Dicono che non parlo bene l’italiano e che quindi è difficile potermi spiegare cosa devo fare. Io ho buona volontà, cerco di studiare ma questi suoni che sento e che chiamano parole sono difficili. Sento dei colpi alla porta, voci dure che mi dicono di aprire. Apro e sono sbattuto contro il muro. I miei amici ancora mezzi addormentati vengono buttati giù dal letto.”Carabinieri, documenti subito”. Mi sembra di rivivere l’incubo da cui sono scappato. Qui non c’è la guerra, eppure i modi di costtoro sono uguali a quelli dei miliziani. Hanno le stesse divise di quelli che quando ci vedono passare sui camion mentre ci conducono al lavoro, girano lo sguardo dall’altra parte e fanno finta di non vederci. Il mio caporale quando li incontra li saluta e ci dice di non preoccuparci, perché “sono amici”.Perché oggi ci trattano così? Hanno buttato tutte le nostre cose per aria, e questa stanza di 50 mq che divido con altri tre miei compagni, sembra un campo di battaglia. Ci portano su di un furgone, ho paura e leggo la stessa paura negli occhi dei miei compagni. Mentre mi conducono in caserma, ripenso a tutto quello che ho affrontato per venire qui. Ho solo 16 anni e mi sento un vecchio. Ricordo ancora quando vennero gli uomini bianchi buoni e mi promisero che per me ci sarebbe stato un futuro in Italia. Italia..dov’è l’Italia. Io conosco appena qualche villaggio qui vicino ed il più vicino è a 20km dal mio. L’italia è dopo il mare. Il mare…. Ho passato la notte prima della mia partenza con mia madre che mi guardava e tratteneva le lacrime. Siamo partititi ch’era ancora notte, ci abbiamo messo un mese per arrivare al mare. Eccolo, è la prima volta che lo vedo. Ci hanno caricato su di una barca, tutti insieme e siamo partiti. Chissà se il mio dio è potente pure qui. Io so che mi protegge sulla terra, ma queste onde che ci sbattono riuscirà a fermarle? Sono due giorni che siamo in viaggio, no è solo mezz’ora. Siamo arrivati. Ci portano in uno stanzone, ci urlano e ci prendono le impronte, Ci dicono cose che non capiamo e ci stanno dicendo che abbiamo “contravvenuto alle disposizioni previste dall’art…..della legge…”. Ci fanno aspettare in una stanza . Quanto tempo è passato? Provo a chiedere dell’acqua, ma non mi rispondono. Il tempo passa. Ecco si riapre la porta, forse è finita. No, ci spintonano su di un nuovo furgone. Ripartiamo. Non è più il rumore del mare, è il traffico. Andiamo verso Napoli. Ci portano in Questura. Ci fanno scendere, davanti a noi facce di persone compiaciute che ci guardano come criminali. Ci fanno scendere e ci portano in una nuova cella. Forse adesso ci daranno da mangiare e da bere. Sono stanco, sono passate ore e nessuno che ci dica che cosa succederà. Forse fuori i mie amici avranno saputo, forse adesso arriverà qualcuno che parla la mia lingua ed a cui potrò dire che non ho fatto niente di male, che sono qui perché cercavo un lavoro. Fuori, fuori mi sento ancora come quando viaggiavamo chiusi nella stia nella nave. Ho sete, ho fame, qui continuano a guardarmi come se fossi un criminale. Dove sono gli altri miei compagni? E’ finita, sono le 19,20, ho ancora fame e sete, ma sono fuori. Ho un foglio che dice che sono un indesiderato, che devo andare via, che devo ritornare nel mio paese. Non posso tornare sconfitto. I miei familiari hanno mandato me perché ero il più forte, perché potevo aiutarli. Non torno. Resto clandestino.

Blitz e maltrattamenti a Quarto Flegreo (NA)

In data 13 maggio c.a., alle ore 6.00 del mattino, un gruppo operativo della sezione di Pozzuoli dei carabinieri di stato , sono stati protagonisti di un blitz effettuato presso l'abitazione di 9 immigrati di nazionalità burkinabè.
I suddetti hanno fatto irruzione nell'abitazione sita in via Sannullo a Quarto Flegreo ed hanno prelevato gli immigrati, conducendoli prima presso la stazione dei Carabinieri di Pozzuoli dove gli sono state prelevate le impronte digitali e contestato l'ingresso clandestino nel territorio italiano.
Successivamente gli è stato notificato il foglio di espulsione dal territorio italiano ed in seguito, in maniera alquanto anomala, i sovvenzionati sono stati trasferiti alla questura centrale di Napoli, nella quale sono stati trattenuti fino alle ore 19.
L'associazione Ashiwa Arci di Quarto, presso la quale i ragazzi immigrati seguono i corsi di lingua italiana e si avvalgono di assistenza legale e morale, insieme all'associazione Bayri, costituita dagli immigrati del Burkina Faso come associazione di promozione sociale e culturale, denunciano i maltrattamenti subiti dai fermati e consistenti in:

1) mancata assistenza di un mediatore culturale, in quanto, pur essendo i verbali redatti in varie lingue, non è stato considerato il fatto che non tutti i fermati parlano le lingue riportate, e non tutti i fermati sono in grado di leggere e comprendere quanto scritto

2) mancata fornitura di acqua e viveri durante l'intera durata del fermo (18 ore)

3)dall'esame della documentazione rilasciata, si notano incongruenze:
è stato notificato un decreto di espulsione senza che lo stesso sia stato fatto precedere da un regolare foglio di via.

giovedì 23 aprile 2009

MILANO: Rifugiati, la protesta invade anche il centro

Un lungo pomeriggio da rifugiati nel centro di Milano, fino a quando in città si sono accese le luci della sera. E' quello vissuto da almeno 200 immigrati - in gran parte eritrei, ma anche etiopi e somali - che chiedono una casa in virtù del loro status di richiedenti asilo o aiuto umanitario. Il loro corteo, a cui hanno preso parte anche alcune decine di giovani dei centri sociali, è partito dopo pranzo da Porta Venezia. Ha attraversato Corso Venezia fino a piazza San Babila, nel cuore di Milano, dove si è trasformato in un lungo sit-in. "Non siamo animali" e "il governo italiano deve rispettare i nostri diritti" sono alcuni degli slogan scanditi in italiano e in inglese. In testa alla manifestazione, a reggere gli striscioni, alcune delle 28 donne che partecipano alla protesta. Con loro anche due neonati.

I rifugiati sono quasi tutti molto giovani e determinati, alcuni portano i segni degli scontri di ieri con le forze dell'ordine in seguito allo sgombero di un residence che avevano occupato. Oggi non ci sono stati episodi di violenza e le decine di poliziotti e carabinieri che accompagnavano il corteo non hanno dovuto intervenire. Arrivati a piazza San Babila, gli immigrati hanno chiesto di proseguire per il Duomo, con l'obiettivo di dare più visibilità alla loro causa, ma dalla questura la risposta è stata un 'no'. Sul posto, a mediare, alcuni esponenti locali di partiti di sinistra e i rappresentanti dell'associazione antirazzista 3 Febbraio. Era presente anche un funzionario dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati.

L'unico momento di tensione c'è stato quando un passante ha rivolto parole offensive agli immigrati: la polizia ha bloccato alcuni di loro, che volevano inseguirlo. Quindi una delegazione di quattro eritrei, tutti uomini, è stata ricevuta nella sede milanese della commissione europea. Il rappresentante dell'esecutivo Ue, Carlo Corazza, ha ascoltato le richieste dei rifugiati e ha promesso di contattare il comune di Milano per cercare di trovare una soluzione. Al ritorno della delegazione in piazza San Babila, dopo lunghe discussioni, quando era ormai sera gli immigrati hanno accettato l'ospitalità di una struttura della chiesa cattolica per un centinaio di loro.

fonte: repubblica.it

martedì 21 aprile 2009

IMMIGRATI: PROTESTA E MUSICA A LAMPEDUSA CONTRO IL CIE

Palermo, 20 apr. - Lampedusa rappresenta l'ultima frontiera dell'Europa del sud, la prima porta per chi arriva dall'Africa. In troppi casi la speranza di raggiungere questo lembo di terra' e' naufragata nel mare che lo circonda, tanto da trasformare il Canale di Sicilia in un cimitero a cielo aperto. In altri casi, per chi ce l'ha fatta a raggiungere l'isola, l'approdo ha determinato detenzione, privazione dei diritti fondamentali, espulsione. L'Arci, l'associazione Askavusa e il Comitato cittadino No-Cie hanno organizzato un'iniziativa pubblica il 23 aprile, alla quale interverranno il giornalista Gad Lerner, Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, Miche Curto, di Libera e Flare. L'obiettivo e' sostenere i contenuti di una petizione popolare e la raccolta di firme con cui i lampedusani e le associazioni chiedono che nessun Cie venga realizzato nelle Pelagie, che sull'isola ci sia solo un centro di soccorso e accoglienza dove i migranti restini il tempo necessario per essere avviati nel percorso loro assegnato, che nessuna struttura destinata all'accoglienza venga aperta presso la ex base Loran, che il governo destini le risorse per risolvere i problemi degli abitanti, che si apra un tavolo di consultazione permanente con la popolazione sulle decisioni che riguardano le strutture dell'isola.
"Lampedusa - affermano gli organizzatori - si e' via via trasformata in una fortezza militarizzata, dove anche i suoi abitanti soffrono l'isolamento cui e' stata costretta, privi di molti servizi essenziali, di una sanita' dignitosa, di trasporti efficienti. Tutto cio' potrebbe trovare soluzione se le politiche migratorie nel nostro paese investissero sull'integrazione anziche' sulla repressione, con una legislazione che consentisse l'ingresso legale nel nostro paese, mettendo fine a traffici illeciti e sfruttamento e liberando risorse da investire per migliorare le condizioni di vita di chi vive o arriva sull'isola". Chiudera' la serata del 23 il concerto "Pass the mic pt.2009" di Assalti Frontali, Villa Ada Posse, Esa, Willy Valanga. Si esibira' inoltre il cantautore Stefano Antoci D'Agostino. L'evento ha il patrocinio del Comune e si tiene in collaborazione con le reti internazionali Flare e Miogreurop.

fonte: www.agi.it

lunedì 20 aprile 2009

Nave con migranti a Porto Empedocle

AGRIGENTO, 20 APR - Arrivata a Porto Empedocle la nave della marina militare con a bordo i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia dal cargo Pinar. Gli extracomunitari sono stati trasbordati durante la notte su un'unita' navale. E' stata aperta intanto un'inchiesta sulla morte della donna incinta trovata sul ponte del Pinar. Alcuni componenti dell'equipaggio del cargo che aveva soccorso gli extracomunitari hanno accusato malori e la nave e' diretta a Lampedusa per controlli medici.

fonte:ansa.it

giovedì 16 aprile 2009

Quando i barconi della speranza erano pieni di Italiani......




Multiculturalità e Interculturalità

La multiculturalità è un dato di fatto, il concetto descrive la fattuale compresenza di culture diverse entro una società. Interculturalità descrive invece uno specifico "progetto" di interazione entro le società multiculturali.
La multiculturalità - come scrive Duccio Demetrio - "è un dato di fatto i cui sviluppi appaiono irreversibili e incontenibili proprio perché quanto va accadendo non potrà mai essere arrestato da leggi restrittive sull’immigrazione nei diversi paesi". (nota 1)
La presenza di molte culture in uno stesso contesto culturale è legata ai più significativi processi dell’età contemporanea:
internazionalizzazione dei rapporti di produzione e consumo
mondializzazione dei sistemi informativi e mass-mediali
globalizzazione delle relazioni economiche, di mercati tecnologici e culturali.
Secondo Alessandro Bosi "Con il termine multiculturalità si indica un dato di fatto: l’esistenza, su un territorio, di molteplici culture. Con [il termine] interculturale (invece) si intende un progetto di interazione tra le parti. In una logica interculturale i processi di socializzazione non mirano all’integrazione delle diversità. Non si può pensare di rendere integro, di rendere uno ciò che è costitutivamente diverso. Ovvero lo si può fare, ma meglio sarebbe dire: si può tentare di farlo, cancellando, nella sua memoria, la sua diversità" (nota 2)

Note
1) D. DEMETRIO, Pedagogia interculturale e lavoro sul campo, in D. DEMETRIO- G: FAVARO, I bambini stranieri a scuola, La Nuova Italia, Firenze, 1997 pag 25.
2) A. BOSI, La corte dei miracoli, Battei, Parma, 1998 p. 35-36.

http://www.pavonerisorse.it/

lunedì 30 marzo 2009

IMMIGRAZIONE: RIPRESI SBARCHI IN SICILIA

PORTOPALO DI CAPO PASSERO (SIRACUSA) - Un barcone di circa 20 metri con a bordo 249 migranti, tra i quali 31 donne, avvistato la notte scorsa da un guardacoste della stazione navale della guardia di Finanza di Messina, è giunto nel porto di Portopalo di Capo Passero. E' la seconda imbarcazione di migranti approdata sulle coste siciliane dalla scorsa notte.Un barcone con 156 persone ha raggiunto le coste del ragusano. Gli extracomunitari sono stati scortati fino all'approdo dall'unità navale delle Fiamme Gialle e da una motovedetta della Capitaneria di porto. I migranti, che hanno detto di essere di nazionalità somala ed eritrea, sono stati visitati e poi trasferiti nelle strutture di prima accoglienza. Il barcone è stato sequestrato. Sono in corso indagini per individuare gli scafisti.

Fonte : ansa.it

giovedì 26 marzo 2009

La Cgil: gli immigrati i più penalizzati dalla crisi

Tra i disoccupati sono il doppio dei comunitari«Serve una moratoria di 2 anni sulle espulsioni»«Tagliati per primi i posti ad alta intensità di manodopera, critiche anche al decreto flussi»
MANTOVA. La crisi economica colpisce tutti, ma in particolare gli immigrati che con la perdita del posto di lavoro rischiano anche l’espulsione. A chiedere, dati alla mano, una moratoria di due anni della legge Bossi-Fini è la Cgil di Mantova che ieri ha diffuso le cifre sulla disoccupazione nel Mantovano. Nell’ultimo semestre dello scorso anno è cresciuto del 40% il numero di chi ha perso il lavoro stabile o interinale, cifra che sale al 57% considerando i primi due mesi del 2009 e balza al 75% considerando solo i lavoratori extracomunitari.«La sproporzione è evidente» ha spiegato Silvano Saccani, segretario Cgil con delega al mercato del lavoro assieme a Dragan Djukic (ufficio stranieri) e Antonella Castagna (delega immigrazione). «Basti pensare che a fine 2007, secondo il dossier Caritas, nel Mantovano erano residenti 403mila persone delle quali il 10% stranieri. Ma se guardiamo il rapporto con il mondo del lavoro, le proporzioni cambiano. Su 127.466 occupati, gli extracomunitari sono il 13.8%, mentre sugli 8.100 disoccupati, cioè lavoratori che hanno perso il posto, i non comunitari sono il 24.8%, quasi il doppio».La ragione, secondo la Cgil, sta nella natura della crisi che colpisce per prime le aziende a minor specializzazione ed alta incidenza della manodopera (come agricoltura, servizi di facchinaggio, pulizia ecc) nelle quali sono prevalentemente impiegati gli immigrati.«Si tratta di persone - ha sottolineato Antonella Castagna - che spesso sono da anni nel nostro paese, che sono inserite nel tessuto sociale ed i cui figli frequentano le nostre scuole. Davanti a questa situazione, la nostra richiesta è quella di sospendere per due anni la legge Bossi Fini sull’immigrazione, così da tutelare i lavoratori stranieri e consentire loro di trovare una nuova occupazione nel caso dovessero perdere il lavoro a causa della crisi economica». «C’è necessità - ha aggiunto Dragan Djukic - di una legge sull’immigrazione che preveda il diritto al permesso di soggiorno a coloro che riescono a dimostrare la sussistenza di un rapporto di lavoro o di disoccupazione, contrastando in questo modo il lavoro nero».In crescita, secondo i dati forniti dalla Cgil, anche il numero degli «inoccupati», ovvero le persone che sono in cerca del primo lavoro, cresciuto del 30.4% fra primo e secondo semestre 2008 e del 93.1% se si considera gli extracomunitari fra il primo bimestre del 2008 e quello di quest’anno.In coda alla conferenza stampa la Cgil ha anche affrontato il tema del decreto flussi, con il quale a Mantova sono stati triplicate le assegnazioni in base alle 13.500 richieste presentate a fine 2007. «Un dato e un ritardo che dimostrano gli errori della legge - ha concluso la Castagna - che, di fatto, favorisce la crescita delle situazioni irregolari».
fonte: espresso.repubblica.it

MIlano,Atm: «Immigrati alla guida di bus e tram»

MILANO - Gli operai sono finiti. Non se ne trovano in città e otto volte su dieci l'Atm pesca al Sud. Sono una rarità autisti e conducenti di bus, tram e metrò: concorsi deserti, bandi a vuoto, arrivano 200 curricula buoni su tremila. «Abbiamo avviato un importante piano di assunzioni che prevede mille nuovi posti nei prossimi tre anni», afferma il presidente Elio Catania. D'accordo, ma posti per chi? «Troviamo difficilmente personale a Milano e in Lombardia, il nostro primo bacino d'utenza è il Meridione».
Ci sarebbero gli extracomunitari, gli stranieri in regola. Abili, patentati, ma inarruolabili, tagliati fuori da un Regio decreto del 1931, quello per cui il tram lo guidano solo gli italiani... «Va rispettato», osserva Catania, ma «potrebbe valer la pena di rivederlo, visto che ha più di settant'anni. È superato, antistorico e totalmente inadatto a gestire aziende moderne orientate all'efficienza per erogare servizi ai cittadini». Che passi lo straniero. Forse è il momento di svecchiare la legge e allinearsi all'Europa, suggerisce il presidente di Atm, ché nonostante la crisi e i tagli si fatica a trovare manodopera. E poi perché solo ai lavoratori di «ferrovie, tramvie e linee di navigazione» non si applica lo Statuto dei lavoratori (legge 30) ma il Regio decreto dell'8 giugno 1931, numero 148, titolo II, articolo 10: «Per l'ammissione al servizio in prova è necessario essere cittadino italiano o di altre regioni italiane quando anche il richiedente manchi della naturalità». Il tema è lanciato.

fonte: corrieredellasera.it

Processo per schiavitù nel foggiano: condanne confermate in appello

Bari, 26 mar. - (Adnkronos) - Sono state confermate dalla terza sezione della Corte di Appello di Bari, presidente Tarantino, giudice a latere e relatrice La Malfa, 16 persone (una diciassettesima nel frattempo e' deceduta) accusate di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitu' di centinai di braccianti stranieri, soprattutto polacchi, impiegati in provincia di Foggia, in particolare nel Tavoliere delle Puglie. Il 22 febbraio del 2008 il gup del Tribunale di Bari Antonio Lovecchio, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, condanno' 5 persone, 3 polacchi, 1 ucraino e 1 algerino, a 10 anni di reclusione ciascuno. Si tratta dei principali esponenti dell'organizzazione, alcuni dei quali sono rinchiusi in carcere. Gli altri 12 imputati furono condannati a pene piu' lievi, a partire da 4 anni in su. Alcuni di questi si trovano agli arresti domiciliari, qualcuno e' libero. Uno in particolare si trova in Polonia. Al processo si sono costituiti parte civile due vittime polacche il cui legale ha chiesto un risarcimento simbolico di un euro e la Cgil della Puglia. L'operazione del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di Bari, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese, risalente al luglio del 2006, fu denominata significativamente 'Terra Promessa'. Furono eseguiti 16 arresti, tra i quali c'erano 15 cittadini polacchi e un italiano. Gia' l'estate precedente i carabinieri di Foggia fecero irruzione in un accampamento, denominato 'Paradise' dove furono scoperti un centinaio di braccianti tenuti in stato di schiavitu'. La sentenza di primo grado, confermata oggi dalla Corte d'Appello, ha riconosciuto per la prima volta in Italia e forse in Europa il reato di induzione in schiavitu' per motivi di lavoro. Le indagini accertarono lo sfruttamento della manodopera costretta a compensi da fame: dalle 10 alle 15 ore di lavoro con una paga di 2 euro all'ora. Dall'inchiesta emerse che i casolari diroccati dove gli immigrati erano costretti a vivere erano controllati di notte, armi in pugno, dagli uomini dell'organizzazione fedeli ai 'caporali' per evitare fughe e ribellioni. E poi si verificavano maltrattamenti, punizioni, scarsa alimentazione e pessima igiene. Nell'inchiesta entrarono anche alcune morti e suicidi sospetti e decine di casi di immigrati polacchi, operai stagionali, scomparsi letteralmente nel nulla. "La richiesta risarcitoria di un euro presentata in questo processo e' stata simbolica perche' i soldi di questi schiavisti ci fanno schifo: non li volevamo, non li vogliamo e li vorremo mai". Lo dichiara all'ADNKRONOS l'avvocato Pio Tommaso Caputo, legale di parte civile di due vittime, un autista e uno studente polacco, dell'associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitu', i cui componenti sono stati condannati oggi dalla terza Sezione della Corte di Appello di Bari che ha confermato le sentenze da un minimo di quattro a un massimo di dieci anni emesse a febbraio del 2008 dal gup del Tribunale del capoluogo pugliese Antonio Lo Vecchio. "Credo che sia il primo processo in Italia, forse anche in Europa -ha spiegato l'avvocato Caputo- per questo tipo di reato di riduzione in schiavitu' per motivi di lavoro. Altri processi li abbiamo fatti per motivi diversi, ad esempio per riduzione in schiavitu' a fini sessuali o per accattonaggio. Sono convinto che questa accusa -ha proseguito- reggera' anche in Cassazione perche' e' basata su una montagna di prove. E' un processo -ha concluso l'avvocato Caputo- che, come parte civile e come cittadino pugliese, mi ha amareggiato solo per un aspetto: che queste cose siano potute accadere nella terra di Peppino Di Vittorio". ''Il delitto di riduzione in schiavitu' e' nuovo in Italia ed e' difficile da interpretare e da leggere''. Lo dice all'ADNKRONOS l'avvocato Giovanni Quarticelli, legale di uno degli imputati condannati oggi dalla Corte d'Appello di Bari, terza sezione, perche' accusati di far parte di un'associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitu'. L'assistito dell'avvocato Quarticelli, un cittadino polacco, e' stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione e attualmente si trova libero in Polonia. Il legale ha riferito che, dopo la lettura delle motivazioni, ricorrera' in Cassazione contro la sentenza. ''Credo -ha aggiunto- che da parte della Corte di Appello, cosi' come da parte del gup, sia venuta una delle prime sentenze che riconoscono la riduzione in schiavitu' in Italia. Per questo la sentenza e' importante e fa clamore. Poi vedremo le motivazioni'', ha concluso.
fonte: adnkronos.com/IGN

venerdì 13 febbraio 2009

A QUARTO UN AMBULATORIO PER MALATTIE INFETTIVE PER CITTADINI EXTRACOMUNITARI

Il giorno 18/02/2009 alle ore 10,30 presso la sala consiliare del comune di Quarto verrà presentato l’ ambulatorio per malattie infettive per cittadini extracomunitari.
Lo scopo è quello di favorire la rete di controlli epidemiologici per la tutela della salute della popolazione residente e quella immigrata portando sul territorio attività dell’ospedale "Cotugno" di Napoli, razionalizzando così i costi.
L’ Ambulatorio per malattie infettive, finanziato interamente dalla Provincia di Napoli è il frutto della sinergia tra il dipartimento servizi epidemiologici dell'Asl Napoli 2, Ospedale Cotugno ed il Comune di Quarto . Una sorta di “osservatorio epidemiologico”per garantire la salute pubblica, effettuando un monitoraggio costante per capire l’eventuale presenza di malattie infettive sul territorio della ASL NA2. Contribuirà all’attività dell’ambulatorio l’associazione di promozione sociale “Ashiwa” .
L'ambulatorio partirà il giorno 18 febbraio e sarà aperto al pubblico per due mercoledì al mese dalle ore 17,00 alle 19,00 presso l’ambulatorio s.t.p. del distretto n. 59 ASL NA2.
Alla presentazione dell’Ambulatorio interverranno:
-Sindaco di Quarto Dott. Secone Sauro
- Assessore all’immigrazione e Cooperazione internazionale Provincia Dott. D’Aimmo Isadora
- Assessore alle politiche sociali del Comune di Quarto Dott. Morisco Dario
- Direttore Asl NA2 Dott. Ateniese Raffaele
- Direttore dell’ ospedale Cotugno

giovedì 5 febbraio 2009

Ddl sicurezza: Ordini medici, norme irragionevoli

“Ribadiamo il nostro rispettoso ma fermo dissenso” alla possibilità di denunciare i clandestini che saremo chiamati a curare. Lo spiega all'agenzia Agi il presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, parlando di una norma contenuta nel pacchetto sicurezza approvato oggi dal Senato. Per Bianco, si tratta di una legge che “va contro l'etica e la deontologia”, e che “si potrebbe anche rivelare un boomerang sul piano della salute pubblica”. D'altronde, ricorda Bianco, “la tutela della delinquenza da parte dei medici c’è già. Se viene da noi un clandestino accoltellato, o picchiato, o moribondo, abbiamo già l'obbligo di referto. Ma allargare questa norma a tutti i clandestini mi sembra sia un vulnus alla ragione e alla coscienza”.
fonte:http://www.rassegna.it

giovedì 29 gennaio 2009

mercoledì 28 gennaio 2009

Links utili

http://www.solidarietasociale.gov.it/SolidarietaSociale/tematiche/Immigrazione/pubblicazioni/Anno2008_Presentazione_Vademecum_Immigrazione.htm

Fuga da Lampedusa

Sabato 24 gennaio 2009, i migranti chiusi nel centro di detenzione di Lampedusa hanno abbattuto i cancelli del centro e sono fuggiti; seguiti da polizia e carabinieri, si sono diretti lungo la strada che separa il centro dalla cittadina dell’isola per protestare davanti al Municipio. E’ da alcuni giorni che le proteste sull’isola si sono fatte sentire, dapprima dagli abitanti, che hanno inscenato proteste e cortei contro le recenti decisioni del ministro degli interni Maroni, e poi da parte dei migranti, alcuni dei quali già ieri erano fuggiti dal centro e si erano uniti al corteo che ha attraversato l’isola. Gli altri migranti, ieri ancora racchiusi nel centro, hanno raccontato la vita lì dentro alla delegazione del Partito democratico entrata, insieme ad alcuni giornalisti, per un’ispezione. Il solito inferno fatto di sovraffollamento, posti letto non sufficienti e tende o teloni di plastica stesi nel cortile del centro per alloggiare un’umanità detenuta in sovrappiù anche rispetto al luogo preposto alla sua detenzione. Sono seguiti poi i comunicati e gli appelli di varie associazioni antirazziste, da anni impegnate nel monitoraggio di quest’inferno, e il comunicato dell’Unhcr che, attraverso la voce di Pirkko Kourula, direttore dell’ufficio per l’Europa dell’Alto commissariato per i rifugiati, ha esortato “le autorità italiane a fare tutto il necessario per risolvere la difficile situazione umanitaria che si è creata a Lampedusa”.
Situato dapprima nell’area adiacente all’aeroporto dell’isola, con una capienza massima di 80 posti, il centro di detenzione di Lampedusa, in funzione dal 1998, subito dopo l’approvazione della legge Turco-Napolitano, è stato, in tutti questi anni, varie cose al contempo: luogo di sperimentazione delle politiche di esternalizzazione, italiane ed europee, una fabbrica di clandestinizzazione, luogo di deportazione (verso la Libia), e sempre, contemporaneamente, un girone infernale in cui i migranti, arrivati sull’isola, venivano fatti sparire. Negli ultimi anni, mentre il centro è stato trasformato con un colpo di bacchetta magica in “centro di primo soccorso ed accoglienza”, quasi i nomi bastassero a cambiare la realtà della detenzione, e poi trasferito in una zona disabitata dell’isola per aumentare la sua capienza, e mentre cresceva a dismisura la percentuale dei migranti potenziali richiedenti asilo in arrivo sull’isola, il sistema sembrava essere ormai rodato: qualche giorno di permanenza lì dentro e poi ponti aerei per trasferire i detenuti verso le altre detenzioni italiane. Ma gli ultimi arrivi sull’isola, aumentati notevolmente nel corso del 2008, sino ad arrivare a fine anno alla cifra di 30.682, e soprattutto i numerosi arrivi intorno ai giorni di Natale hanno fatto cambiare opinione a Maroni che ha deciso di modificare quel sistema: non più ponti aerei verso gli altri centri italiani, ma il trasferimento sull’isola della Commissione territoriale per il riconoscimento del diritto d’asilo di Trapani (con decreto del 14 gennaio 2009) e l’attesa nel centro da parte dei richiedenti asilo della decisione sulla loro sorte di tale Commissione. Per gli altri, il trasferimento in un nuovo centro, inaugurato due giorni fa, sempre a Lampedusa, ma in questo caso “centro di identificazione e di espulsione” da cui i detenuti dovrebbero essere rimpatriati direttamente nei loro paesi o deportati in Libia. Sembrava, a Maroni e al governo italiano, che anche in questo caso le cose potessero funzionare. Ma la bacchetta magica della detenzione e della deportazione in questi giorni non ha funzionato, inceppata dapprima dalle ambigue proteste degli abitanti che si appellano alla vocazione turistica dell’isola per affermare che non vogliono che si trasformi in una nuova Alcatraz e, ora, dalla rivolta dei migranti, per i quali l’inferno senza la prospettiva di un nuovo inizio, da rifugiati o da clandestinizzati, si è fatto del tutto insostenibile. Alla fine della giornata, che ha visto i migranti in piazza insieme agli abitanti, molti sono rientrati nel centro, non tutti. Nessun problema e soprattutto nessuna fuga, ha dichiarato Silvio Berlusconi, il centro non è una struttura chiusa, i migranti possono uscire, andare in paese e bersi una birra. Oggi, come al solito, l’hanno fatto!
(24 gennaio 2009)
la cronaca della giornata:
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo439572.shtml
video della giornata:
http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dall%20Italia&vxClipId=2524_4e644aca-ea00-11dd-a42c-00144f02aabc&vxBitrate=300
galleria di immagini:
http://www.corriere.it/gallery/Cronache/vuoto.shtml?2009/01_Gennaio/immigrati/1&1
http://www.multimedia.ilsole24ore.com/fotogallery/9a9896c0-ea38-11dd-9fc6-dcc34ac3b9ed/9a9896c0-ea38-11dd-9fc6-dcc34ac3b9ed.shtml?1
il video sul centro Lampedusa 2009: se questo è un uomo
http://www.youdem.tv/
alcune immagini del centro “di primo soccorso”:
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/lampedusa-cpt/1.html
immagini della protesta degli abitanti:
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/lampedusa-rivolta/1.html
appello delle associazioni:
http://www.asgi.it/content/documents/dl09012300.documento.tavolo.situazione.lampedusa.23gen09.pdf

fonte: www.storiemigranti.org