giovedì 29 gennaio 2009

mercoledì 28 gennaio 2009

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http://www.solidarietasociale.gov.it/SolidarietaSociale/tematiche/Immigrazione/pubblicazioni/Anno2008_Presentazione_Vademecum_Immigrazione.htm

Fuga da Lampedusa

Sabato 24 gennaio 2009, i migranti chiusi nel centro di detenzione di Lampedusa hanno abbattuto i cancelli del centro e sono fuggiti; seguiti da polizia e carabinieri, si sono diretti lungo la strada che separa il centro dalla cittadina dell’isola per protestare davanti al Municipio. E’ da alcuni giorni che le proteste sull’isola si sono fatte sentire, dapprima dagli abitanti, che hanno inscenato proteste e cortei contro le recenti decisioni del ministro degli interni Maroni, e poi da parte dei migranti, alcuni dei quali già ieri erano fuggiti dal centro e si erano uniti al corteo che ha attraversato l’isola. Gli altri migranti, ieri ancora racchiusi nel centro, hanno raccontato la vita lì dentro alla delegazione del Partito democratico entrata, insieme ad alcuni giornalisti, per un’ispezione. Il solito inferno fatto di sovraffollamento, posti letto non sufficienti e tende o teloni di plastica stesi nel cortile del centro per alloggiare un’umanità detenuta in sovrappiù anche rispetto al luogo preposto alla sua detenzione. Sono seguiti poi i comunicati e gli appelli di varie associazioni antirazziste, da anni impegnate nel monitoraggio di quest’inferno, e il comunicato dell’Unhcr che, attraverso la voce di Pirkko Kourula, direttore dell’ufficio per l’Europa dell’Alto commissariato per i rifugiati, ha esortato “le autorità italiane a fare tutto il necessario per risolvere la difficile situazione umanitaria che si è creata a Lampedusa”.
Situato dapprima nell’area adiacente all’aeroporto dell’isola, con una capienza massima di 80 posti, il centro di detenzione di Lampedusa, in funzione dal 1998, subito dopo l’approvazione della legge Turco-Napolitano, è stato, in tutti questi anni, varie cose al contempo: luogo di sperimentazione delle politiche di esternalizzazione, italiane ed europee, una fabbrica di clandestinizzazione, luogo di deportazione (verso la Libia), e sempre, contemporaneamente, un girone infernale in cui i migranti, arrivati sull’isola, venivano fatti sparire. Negli ultimi anni, mentre il centro è stato trasformato con un colpo di bacchetta magica in “centro di primo soccorso ed accoglienza”, quasi i nomi bastassero a cambiare la realtà della detenzione, e poi trasferito in una zona disabitata dell’isola per aumentare la sua capienza, e mentre cresceva a dismisura la percentuale dei migranti potenziali richiedenti asilo in arrivo sull’isola, il sistema sembrava essere ormai rodato: qualche giorno di permanenza lì dentro e poi ponti aerei per trasferire i detenuti verso le altre detenzioni italiane. Ma gli ultimi arrivi sull’isola, aumentati notevolmente nel corso del 2008, sino ad arrivare a fine anno alla cifra di 30.682, e soprattutto i numerosi arrivi intorno ai giorni di Natale hanno fatto cambiare opinione a Maroni che ha deciso di modificare quel sistema: non più ponti aerei verso gli altri centri italiani, ma il trasferimento sull’isola della Commissione territoriale per il riconoscimento del diritto d’asilo di Trapani (con decreto del 14 gennaio 2009) e l’attesa nel centro da parte dei richiedenti asilo della decisione sulla loro sorte di tale Commissione. Per gli altri, il trasferimento in un nuovo centro, inaugurato due giorni fa, sempre a Lampedusa, ma in questo caso “centro di identificazione e di espulsione” da cui i detenuti dovrebbero essere rimpatriati direttamente nei loro paesi o deportati in Libia. Sembrava, a Maroni e al governo italiano, che anche in questo caso le cose potessero funzionare. Ma la bacchetta magica della detenzione e della deportazione in questi giorni non ha funzionato, inceppata dapprima dalle ambigue proteste degli abitanti che si appellano alla vocazione turistica dell’isola per affermare che non vogliono che si trasformi in una nuova Alcatraz e, ora, dalla rivolta dei migranti, per i quali l’inferno senza la prospettiva di un nuovo inizio, da rifugiati o da clandestinizzati, si è fatto del tutto insostenibile. Alla fine della giornata, che ha visto i migranti in piazza insieme agli abitanti, molti sono rientrati nel centro, non tutti. Nessun problema e soprattutto nessuna fuga, ha dichiarato Silvio Berlusconi, il centro non è una struttura chiusa, i migranti possono uscire, andare in paese e bersi una birra. Oggi, come al solito, l’hanno fatto!
(24 gennaio 2009)
la cronaca della giornata:
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo439572.shtml
video della giornata:
http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dall%20Italia&vxClipId=2524_4e644aca-ea00-11dd-a42c-00144f02aabc&vxBitrate=300
galleria di immagini:
http://www.corriere.it/gallery/Cronache/vuoto.shtml?2009/01_Gennaio/immigrati/1&1
http://www.multimedia.ilsole24ore.com/fotogallery/9a9896c0-ea38-11dd-9fc6-dcc34ac3b9ed/9a9896c0-ea38-11dd-9fc6-dcc34ac3b9ed.shtml?1
il video sul centro Lampedusa 2009: se questo è un uomo
http://www.youdem.tv/
alcune immagini del centro “di primo soccorso”:
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/lampedusa-cpt/1.html
immagini della protesta degli abitanti:
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/lampedusa-rivolta/1.html
appello delle associazioni:
http://www.asgi.it/content/documents/dl09012300.documento.tavolo.situazione.lampedusa.23gen09.pdf

fonte: www.storiemigranti.org