lunedì 30 marzo 2009

IMMIGRAZIONE: RIPRESI SBARCHI IN SICILIA

PORTOPALO DI CAPO PASSERO (SIRACUSA) - Un barcone di circa 20 metri con a bordo 249 migranti, tra i quali 31 donne, avvistato la notte scorsa da un guardacoste della stazione navale della guardia di Finanza di Messina, è giunto nel porto di Portopalo di Capo Passero. E' la seconda imbarcazione di migranti approdata sulle coste siciliane dalla scorsa notte.Un barcone con 156 persone ha raggiunto le coste del ragusano. Gli extracomunitari sono stati scortati fino all'approdo dall'unità navale delle Fiamme Gialle e da una motovedetta della Capitaneria di porto. I migranti, che hanno detto di essere di nazionalità somala ed eritrea, sono stati visitati e poi trasferiti nelle strutture di prima accoglienza. Il barcone è stato sequestrato. Sono in corso indagini per individuare gli scafisti.

Fonte : ansa.it

giovedì 26 marzo 2009

La Cgil: gli immigrati i più penalizzati dalla crisi

Tra i disoccupati sono il doppio dei comunitari«Serve una moratoria di 2 anni sulle espulsioni»«Tagliati per primi i posti ad alta intensità di manodopera, critiche anche al decreto flussi»
MANTOVA. La crisi economica colpisce tutti, ma in particolare gli immigrati che con la perdita del posto di lavoro rischiano anche l’espulsione. A chiedere, dati alla mano, una moratoria di due anni della legge Bossi-Fini è la Cgil di Mantova che ieri ha diffuso le cifre sulla disoccupazione nel Mantovano. Nell’ultimo semestre dello scorso anno è cresciuto del 40% il numero di chi ha perso il lavoro stabile o interinale, cifra che sale al 57% considerando i primi due mesi del 2009 e balza al 75% considerando solo i lavoratori extracomunitari.«La sproporzione è evidente» ha spiegato Silvano Saccani, segretario Cgil con delega al mercato del lavoro assieme a Dragan Djukic (ufficio stranieri) e Antonella Castagna (delega immigrazione). «Basti pensare che a fine 2007, secondo il dossier Caritas, nel Mantovano erano residenti 403mila persone delle quali il 10% stranieri. Ma se guardiamo il rapporto con il mondo del lavoro, le proporzioni cambiano. Su 127.466 occupati, gli extracomunitari sono il 13.8%, mentre sugli 8.100 disoccupati, cioè lavoratori che hanno perso il posto, i non comunitari sono il 24.8%, quasi il doppio».La ragione, secondo la Cgil, sta nella natura della crisi che colpisce per prime le aziende a minor specializzazione ed alta incidenza della manodopera (come agricoltura, servizi di facchinaggio, pulizia ecc) nelle quali sono prevalentemente impiegati gli immigrati.«Si tratta di persone - ha sottolineato Antonella Castagna - che spesso sono da anni nel nostro paese, che sono inserite nel tessuto sociale ed i cui figli frequentano le nostre scuole. Davanti a questa situazione, la nostra richiesta è quella di sospendere per due anni la legge Bossi Fini sull’immigrazione, così da tutelare i lavoratori stranieri e consentire loro di trovare una nuova occupazione nel caso dovessero perdere il lavoro a causa della crisi economica». «C’è necessità - ha aggiunto Dragan Djukic - di una legge sull’immigrazione che preveda il diritto al permesso di soggiorno a coloro che riescono a dimostrare la sussistenza di un rapporto di lavoro o di disoccupazione, contrastando in questo modo il lavoro nero».In crescita, secondo i dati forniti dalla Cgil, anche il numero degli «inoccupati», ovvero le persone che sono in cerca del primo lavoro, cresciuto del 30.4% fra primo e secondo semestre 2008 e del 93.1% se si considera gli extracomunitari fra il primo bimestre del 2008 e quello di quest’anno.In coda alla conferenza stampa la Cgil ha anche affrontato il tema del decreto flussi, con il quale a Mantova sono stati triplicate le assegnazioni in base alle 13.500 richieste presentate a fine 2007. «Un dato e un ritardo che dimostrano gli errori della legge - ha concluso la Castagna - che, di fatto, favorisce la crescita delle situazioni irregolari».
fonte: espresso.repubblica.it

MIlano,Atm: «Immigrati alla guida di bus e tram»

MILANO - Gli operai sono finiti. Non se ne trovano in città e otto volte su dieci l'Atm pesca al Sud. Sono una rarità autisti e conducenti di bus, tram e metrò: concorsi deserti, bandi a vuoto, arrivano 200 curricula buoni su tremila. «Abbiamo avviato un importante piano di assunzioni che prevede mille nuovi posti nei prossimi tre anni», afferma il presidente Elio Catania. D'accordo, ma posti per chi? «Troviamo difficilmente personale a Milano e in Lombardia, il nostro primo bacino d'utenza è il Meridione».
Ci sarebbero gli extracomunitari, gli stranieri in regola. Abili, patentati, ma inarruolabili, tagliati fuori da un Regio decreto del 1931, quello per cui il tram lo guidano solo gli italiani... «Va rispettato», osserva Catania, ma «potrebbe valer la pena di rivederlo, visto che ha più di settant'anni. È superato, antistorico e totalmente inadatto a gestire aziende moderne orientate all'efficienza per erogare servizi ai cittadini». Che passi lo straniero. Forse è il momento di svecchiare la legge e allinearsi all'Europa, suggerisce il presidente di Atm, ché nonostante la crisi e i tagli si fatica a trovare manodopera. E poi perché solo ai lavoratori di «ferrovie, tramvie e linee di navigazione» non si applica lo Statuto dei lavoratori (legge 30) ma il Regio decreto dell'8 giugno 1931, numero 148, titolo II, articolo 10: «Per l'ammissione al servizio in prova è necessario essere cittadino italiano o di altre regioni italiane quando anche il richiedente manchi della naturalità». Il tema è lanciato.

fonte: corrieredellasera.it

Processo per schiavitù nel foggiano: condanne confermate in appello

Bari, 26 mar. - (Adnkronos) - Sono state confermate dalla terza sezione della Corte di Appello di Bari, presidente Tarantino, giudice a latere e relatrice La Malfa, 16 persone (una diciassettesima nel frattempo e' deceduta) accusate di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitu' di centinai di braccianti stranieri, soprattutto polacchi, impiegati in provincia di Foggia, in particolare nel Tavoliere delle Puglie. Il 22 febbraio del 2008 il gup del Tribunale di Bari Antonio Lovecchio, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, condanno' 5 persone, 3 polacchi, 1 ucraino e 1 algerino, a 10 anni di reclusione ciascuno. Si tratta dei principali esponenti dell'organizzazione, alcuni dei quali sono rinchiusi in carcere. Gli altri 12 imputati furono condannati a pene piu' lievi, a partire da 4 anni in su. Alcuni di questi si trovano agli arresti domiciliari, qualcuno e' libero. Uno in particolare si trova in Polonia. Al processo si sono costituiti parte civile due vittime polacche il cui legale ha chiesto un risarcimento simbolico di un euro e la Cgil della Puglia. L'operazione del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di Bari, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese, risalente al luglio del 2006, fu denominata significativamente 'Terra Promessa'. Furono eseguiti 16 arresti, tra i quali c'erano 15 cittadini polacchi e un italiano. Gia' l'estate precedente i carabinieri di Foggia fecero irruzione in un accampamento, denominato 'Paradise' dove furono scoperti un centinaio di braccianti tenuti in stato di schiavitu'. La sentenza di primo grado, confermata oggi dalla Corte d'Appello, ha riconosciuto per la prima volta in Italia e forse in Europa il reato di induzione in schiavitu' per motivi di lavoro. Le indagini accertarono lo sfruttamento della manodopera costretta a compensi da fame: dalle 10 alle 15 ore di lavoro con una paga di 2 euro all'ora. Dall'inchiesta emerse che i casolari diroccati dove gli immigrati erano costretti a vivere erano controllati di notte, armi in pugno, dagli uomini dell'organizzazione fedeli ai 'caporali' per evitare fughe e ribellioni. E poi si verificavano maltrattamenti, punizioni, scarsa alimentazione e pessima igiene. Nell'inchiesta entrarono anche alcune morti e suicidi sospetti e decine di casi di immigrati polacchi, operai stagionali, scomparsi letteralmente nel nulla. "La richiesta risarcitoria di un euro presentata in questo processo e' stata simbolica perche' i soldi di questi schiavisti ci fanno schifo: non li volevamo, non li vogliamo e li vorremo mai". Lo dichiara all'ADNKRONOS l'avvocato Pio Tommaso Caputo, legale di parte civile di due vittime, un autista e uno studente polacco, dell'associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitu', i cui componenti sono stati condannati oggi dalla terza Sezione della Corte di Appello di Bari che ha confermato le sentenze da un minimo di quattro a un massimo di dieci anni emesse a febbraio del 2008 dal gup del Tribunale del capoluogo pugliese Antonio Lo Vecchio. "Credo che sia il primo processo in Italia, forse anche in Europa -ha spiegato l'avvocato Caputo- per questo tipo di reato di riduzione in schiavitu' per motivi di lavoro. Altri processi li abbiamo fatti per motivi diversi, ad esempio per riduzione in schiavitu' a fini sessuali o per accattonaggio. Sono convinto che questa accusa -ha proseguito- reggera' anche in Cassazione perche' e' basata su una montagna di prove. E' un processo -ha concluso l'avvocato Caputo- che, come parte civile e come cittadino pugliese, mi ha amareggiato solo per un aspetto: che queste cose siano potute accadere nella terra di Peppino Di Vittorio". ''Il delitto di riduzione in schiavitu' e' nuovo in Italia ed e' difficile da interpretare e da leggere''. Lo dice all'ADNKRONOS l'avvocato Giovanni Quarticelli, legale di uno degli imputati condannati oggi dalla Corte d'Appello di Bari, terza sezione, perche' accusati di far parte di un'associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitu'. L'assistito dell'avvocato Quarticelli, un cittadino polacco, e' stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione e attualmente si trova libero in Polonia. Il legale ha riferito che, dopo la lettura delle motivazioni, ricorrera' in Cassazione contro la sentenza. ''Credo -ha aggiunto- che da parte della Corte di Appello, cosi' come da parte del gup, sia venuta una delle prime sentenze che riconoscono la riduzione in schiavitu' in Italia. Per questo la sentenza e' importante e fa clamore. Poi vedremo le motivazioni'', ha concluso.
fonte: adnkronos.com/IGN