sabato 31 maggio 2008

Aggravante clandestinità


MILANO - E' Milano la prima città ad applicare l'articolo 61, comma 11 bis, introdotto dal pacchetto sicurezza varato dal governo Berlusconi. Ossia la disposizione che prevede “l'aggravante se il fatto è commesso da un soggetto che si trova illegalmente sul territorio italiano”.Domani sul banco degli imputati quattro immigrati irregolari che giunti in Italia - secondo l'accusa - hanno ”infranto” la legge. L'aggravante è stata contestata dal pm di turno ieri nei confronti di un ragazzo cileno 18enne, che dovrà rispondere di danneggiamento e resistenza per un episodio avvenuto nel pronto soccorso “Santa Rita” del capoluogo lombardo; di un marocchino di 27 anni, accusato di spaccio di cocaina ed eroina; e, infine, di un ucraino e un moldavo, rispettivamente di 32 e 25 anni, i quali verranno processati per furto aggravato di 6 televisori e 30 paia di scarpe. In quattro saranno processati per direttissima."Solleveremo in aula una questione di legittimità costituzionale della norma, che è contraria all'articolo 3 della Costituzione, per la quale la legge è uguale per tutti". Così l'avvocato Mario Petta, legale del ragazzo cileno arrestato per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, commenta la contestazione della nuova aggravante di clandestinità, contestata al suo assistito. "A questa stregua, sarebbe come dire che chiunque abbia i capelli biondi, oppure neri, e commette un reato dev' essere condannato a un terzo in più della pena. A mio avviso si tratta di una norma palesemente incostituzionale".

(ANSA/AGI)

(30 maggio 2008)

giovedì 22 maggio 2008

Sicurezza:arriva il reato di clandestinità



ROMA - Reato di clandestinità per disegno di legge, affiancato tuttavia dall'introduzione, per decreto, di un aggravamento di pena fino a un terzo nel caso in cui a delinquere sia uno straniero irregolare; più poteri ai sindaci da subito per decreto. Sono queste le novità dell'ultima ora contenute nel 'pacchetto sicurezza' all'esame del consiglio dei ministri che si tiene a Napoli. Il 'pacchetto', nell'ultima versione delle bozze, è composto da un decreto legge di 12 articoli con le misure considerate più urgenti che entreranno immediatamente in vigore, affiancato da un disegno di legge di 16 articoli e tre decreti legislativi sull'attuazione di direttive Ue. Ma non si escludono aggiunte in extremis come, ad esempio, il concorso delle forze armate per compiti di pattugliamento delle città, così come chiesto dal ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Queste le principali misure previste dal decreto legge:
CLANDESTINITA' AGGRAVANTE - Per i clandestini che delinquono la pena è aumentata di un terzo.
AFFITTI IN NERO - Prevista la confisca della casa affittata in nero a clandestini. Per il proprietario pene fino a tre anni e multe fino a 50.000 euro.
ESPULSIONI PIU' FACILI - Può essere espulso lo straniero condannato ad una pena superiore a due anni (contro i 10 di ora)
POTERI AI SINDACI - Potranno adottare ordinanze urgenti per motivi di sicurezza. SI prevede inoltre l'accesso della polizia municipale alla banca dati del ministero dell'Interno.
Queste, invece, le misure che dovrebbe seguire la strada del disegno di legge.
IN CPT FINO A 18 MESI - Viene allungato il tempo di permanenza nei Cpt dagli attuali 60 giorni a 18 mesi, anticipando quanto previsto da una direttiva europea.
REATO IMMIGRAZIONE CLANDESTINA - Prevede l'arresto in flagranza, processo per direttissima, pena dai 6 mesi ai quattro anni di carcere.
AGGRAVANTI PER REATI COMMESSI SU ANZIANI E DISABILI - Nuova aggravante per i reati commessi nei confronti di anziani e disabili.
STOP AI MATRIMONI CONVENIENZA - Contro il fenomeno dei matrimoni di convenienza per acquisire la cittadinanza italiana, si stabilisce che quest'ultima possa essere richiesta solo dopo due anni di convivenza a partire dalla data delle nozze, anziché gli attuali sei mesi.
LOTTA A CONTRAFFAZIONE - Si stabilisce la distruzione dopo 15 giorni delle merci contraffatte che verranno sequestrate.
ACCATTONAGGIO - Reclusione fino a tre anni per chi si avvale di minori nell'accattonaggio. Perdita della potestà se il responsabile è il genitore.
MONEY TRANSFER - Chi gestisce agenzie per il trasferimento di denaro deve acquisire la copia del permesso di soggiorno del cliente straniero. In caso contrario deve segnalarlo alla polizia pena la revoca della licenza. I tre decreti legislativi conterranno, infine, modifiche ai provvedimenti che hanno recepito le direttive Ue sui ricongiungimenti familiari, sul diritto alla libera circolazione dei cittadini comunitari e sullo status di rifugiato.
STRETTA SUI RICONGIUNGIMENTI - Vengono ristretti i ricongiungimenti con l'introduzione del test del dna nei casi di dubbio sulla parentela.
SENZA REDDITO SCATTA ALLONTANAMENTO - Il comunitario può stare in Italia per più di tre mesi solo se dimostra di avere un reddito sufficiente derivante da attività lecite. E ha l'obbligo di denunciare la sua presenza con nome e dimora.
ALLONTANAMENTI PIU' FACILI - Vengono inoltre ampliati i motivi che consentono l'allontanamento immediato dei cittadini Ue per "motivi imperativi di pubblica sicurezza": essi sussistono se non ha denunciato la sua presenza o ha tenuto comportamenti che costituiscono una "minaccia concreta, effettiva e grave".
RESTRIZIONI PER RICHIEDENTI ASILO - Per i richiedenti asilo introdotte restrizioni alla libera circolazione in Italia: in attesa dell’esame della domanda il richiedente deve risiedere in un luogo o area indicati dal prefetto. Dopo la risposta negativa deve rimpatriare: solo dall’estero può presentare appello.

(ANSA)

(21 maggio 2008)

martedì 13 maggio 2008

Paura e propaganda


Gianfranco Fini se ne va per mercati in passeggiata elettorale "controllando" il permesso di soggiorno degli ambulanti. Se voleva documentare il disordine, non gli va troppo bene. Al semaforo di Forte Boccea, il venditore di accendini, egiziano, mostra i documenti in ordine. Più avanti altri due egiziani. Altri due permessi di soggiorno esibiti. Conclude il prossimo presidente della Camera dei Deputati (ride, ma non deve essere molto soddisfatto): "Dico, non è possibile che tutti siano in regola, mi sa proprio che i documenti se li comprano... ". Altra città. Altra scena. Bologna. Il consiglio comunale approva un ordine del giorno per dotare la polizia municipale di spray urticanti e "manganelli", da usare nelle intenzioni soltanto per legittima difesa perché tra la pistola e le mani nude ci deve essere uno strumento intermedio, si sente dire. Sempre Bologna. Il sindaco Sergio Cofferati non gradisce che si parli di "ronde", ma conferma che saranno chiamati "volontari" a svolgere "compiti di assistenza alla cittadinanza più debole e a segnalare comportamenti scorretti o pericolosi". Sembra diffondersi, come un'onda impetuosa, una sicurezza "fai da te". Ogni maggioranza comunale, ogni sindaco, ogni partito con troppo o pochi voti, agita la questione per proprio conto, con una propria iniziativa - "ronde", "volontari", ordinanze contro lavavetri, controlli del reddito degli immigrati. Una babele dove quel che conta, non pare essere l'efficacia dell'iniziativa, la sua coerenza con una "politica", ma l'eco mediatica che avrà, il dividendo politico che sarà possibile incamerare pronta cassa. Non c'è di niente di peggio - e di più dannoso - che l'approssimazione, quando si hanno di fronte problemi seri. Abbiamo imparato, nel corso del tempo, a capire che le politiche pubbliche in tema di sicurezza ridisegnano il profilo stesso della società (mai che si ascolti un qualche ragionamento, a questo proposito); che molte esperienze hanno messo in dubbio l'efficacia delle politiche criminali nel controllo dei conflitti e dei fenomeni illeciti; che il senso di insicurezza non è necessariamente connesso all'esistenza di pericoli "concreti", ma spesso ha a che fare con il genere, l'età, l'esperienza di vita, la familiarità con l'ambiente in cui si vive, il senso di appartenenza a una comunità. Ilvo Diamanti ci ha spiegato come l'insicurezza sia un sentimento diffuso, che riflette un timore concreto, reale; ma anche un'inquietudine più nebbiosa. Non è un scherzo affrontare, con politiche pubbliche efficaci e condivise, la sovrapposizione della Paura, figlia di uno spaesamento esistenziale, con le paure provocate da minacce concrete. Appena l'anno scorso l'Osservatorio Demos-Coop, ha documentato come "entrambi i sentimenti stanno montando, senza freni". L'83% degli italiani ritiene che negli ultimi 5 anni la criminalità, nel nostro Paese, sia cresciuta. Nella precedente rilevazione, che risale a 2 anni fa, questa percentuale era già alta: 80%. È cresciuta ancora. È aumentata l'insicurezza locale. Nel 2005, il 34% delle persone percepiva in crescita l'illegalità nella zona di residenza. Oggi, quella componente è salita di oltre 10 punti percentuali. Ha superato il 44%. L'incertezza - è la conclusione delle ricerca - si sta insinuando nel nostro mondo, nelle nostra vita. Intorno a noi. Dentro noi stessi. Stentiamo a trovare un rifugio nel quale sentirci protetti. Infatti, il 57% delle persone si dicono preoccupate della criminalità nella zona in cui vivono. Quasi 10 punti più di due anni fa. Si può affrontare una catastrofe "emotiva" e concretissima così imponente con qualche alzata d'ingegno, con una mossa del cavallo, con un'iniziativa propagandistica e qualche posa gladiatoria? Non pare. Eppure è quel che accade in un clima di allegra spensieratezza secondo un canovaccio che attribuisce alla "destra" la capacità di "combattere la criminalità". Lo pensa il 40% degli italiani mentre solo il 18 riconosce una qualche fiducia al centrosinistra che appare debole, incerto, incapace di comprendere, spiegare, affrontare il fenomeno. E proprio per questo è chiamato a dotarsi ora di una "cultura della sicurezza" moderna, non ideologica, arricchita dai valori del rispetto della dignità della persona. A giudicare da quel che si è visto ieri, e nei giorni addietro, "destra" e "sinistra" sembrano muoversi nella stessa direzione sbagliata. Frammentarietà e approssimazione degli interventi. Qualche sceneggiata propagandistica. Che finiranno soltanto per aumentare la percezione di insicurezza che affligge il Paese.

sabato 10 maggio 2008

Maroni:la clandestinità sarà reato


ROMA - Roberto Maroni sta studiando se e come ripristinare i controlli di frontiera nazionali per limitare l'ingresso dei nomadi, la gran parte di nazionalità romena. Ad appena 24 ore dal suo insediamento al Viminale, il nuovo ministro dell'Interno leghista ieri, al suo primo giorno di lavoro, ha voluto subito affrontare il nodo più spinoso della politica di sicurezza del centrodestra, quello che riguarda l'immigrazione. A proposito di clandestini, le misure per rendere più efficaci le espulsioni saranno agevolate non appena il Parlamento europeo approverà una direttiva sulle espulsioni che estende fino a 18 mesi la possibilità di trattenere in un centro di permanenza temporaneo gli stranieri non identificati. Direttiva che sarà subito recepita dal governo. Maroni, che porterà già al prossimo Consiglio dei ministri le sue prime proposte, qualche giorno fa aveva annunciato che, in caso di necessità, avrebbe "rinegoziato con la Commissione Ue le regole sulla libera circolazione, ponendo dei limiti quando in gioco c'è la sicurezza nazionale". Una risposta forte sull'immigrazione è la prova più difficile che lo attende, se si pensa che durante il governo Prodi il decreto espulsioni - fatto per allontanare dall'Italia definitivamente cittadini comunitari che delinquono, rom in testa - è caduto due volte. Non è affatto facile, comunque, andare a dire alla Romania, il cui ingresso nell'Unione europea nel gennaio del 2007 è stato fortemente voluto dal terzo governo Berlusconi, che alcuni dei loro cittadini, in particolare i nomadi, non potranno più, come ora, entrare liberamente nel nostro Paese. E che dovrà riprendersi le decine di migliaia di Rom immigrati in Italia negli ultimi 15 mesi. Da quando ha avuto la certezza di essere nominato ministro, trovare una soluzione a questo dilemma è stato, per Maroni, il pensiero fisso. Al punto che s'è attivato nei giorni scorsi, già prima del suo incarico, per acquisire alla Camera e al Senato, e soprattutto all'Europarlamento, una ricca documentazione per verificare ogni possibilità di sospensione di Schengen.
Questo trattato, che ha abolito i controlli alle frontiere all'interno della Ue dal '95, non è stato ancora esteso a Romania e Bulgaria. Ma il problema è superato dal fatto che i romeni e i bulgari possono entrare liberamente nel nostro Paese perché vi giungono da stati membri come, ad esempio, la Francia. Ebbene, la convenzione sulla libera circolazione dei cittadini comunitari prevede che, "per esigenze di ordine pubblico o di sicurezza nazionale", uno Stato possa, previa consultazione con gli altri Paesi interessati, "decidere che per un periodo limitato alle frontiere siano effettuati controlli". In questi anni in Europa questa clausola è stata richiamata più volte, non solo per problemi di sicurezza, ma anche per avvenimenti di carattere sportivo e perfino per un matrimonio reale. La Francia ha già sospeso gli accordi sei volte. Il Belgio lo ha fatto in occasione del campionato europeo di calcio del 2000 per prevenire l'arrivo degli hooligan. E lo stesso ha fatto il Portogallo che ha ospitato la manifestazione quattro anni dopo. L'Italia ha sospeso Schengen in occasione della riunione del G8 a Genova, ed a seguito di quei controlli reintrodotti alle frontiere numerose persone furono bloccate ed espulse. La Spagna è ricorsa a questa possibilità per il matrimonio del principe ereditario Felipe. Questa strada, al vaglio del ministro Maroni, non è affatto una linea politica nuova all'interno del Pdl. La sospensione Schengen l'aveva invocata con un ordine del giorno, durante la scorsa legislatura, l'ex vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. Ma già in quell'occasione erano emerse difficoltà operative (il periodo di sospensione deve comunque essere limitato), giuridiche (per evitare che i controlli riguardino anche gli altri cittadini comunitari). E, infine, diplomatiche, per evitare crisi fra Italia e Romania visti gli importanti rapporti commerciali che legano i due paesi.

Fonte:www.repubblica.it

venerdì 9 maggio 2008

Ue:decisione rinviata sulle espulsioni


Niente di fatto a Bruxelles nella riunione che doveva discutere la proposta di direttiva per uniformare le espulsioni di clandestini. Una decina di Paesi hanno chiesto di riesaminarla e il testo dovrebbe tornare sul tavolo il 21 maggio. Accanto alla protesta delle ong e dei gruppi parlamentari dei Verdi e della Sinistra europea, storicamente contrari alla proposta, si sono registrate anche preoccupazioni di opposta natura da parte di alcuni Paesi, tra i quali Germania e Italia. In particolare la posizione italiana, a seguito dell’insediamento del governo Berlusconi, sembra destinata a rafforzare il fronte “rigorista”. Il punto contestato è il fatto che la direttiva non prevede il divieto di reingresso se lo straniero si allontana volontariamente

(fonte:metropolionline)

giovedì 8 maggio 2008

Flussi: 42mila al traguardo, bocciati il 40%


Roma – 6 maggio 2008 - Continua l’esame delle 700mila domande d’assunzione presentate a dicembre scorso durante i clic day da imprese e famiglie che volevano far arrivare regolarmente in Italia e assumere lavoratori extracomunitari. E oltre che con i numeri esigui del decreto flussi, si fanno i conti con tantissime bocciature per datori di lavoro e cittadini stranieri che non hanno i requisiti previsti dalla legge. Fino a ieri, le domande che avevano concluso il loro iter erano circa 42 mila. Nel conto entrano quelle che hanno ottenuto il nulla osta (22.500), ma anche quelle bocciate da Questure (5.000) e Direzioni Provinciali del Lavoro (13.500) e le domande “chiuse” per rinuncia del datore di lavoro (1200). Rispetto a un mese fa , quando erano arrivare al traguardo del nulla osta 24mila domande, si lavora più velocemente. Ma viene confermato, anche se con una lieve flessione, l’altissimo tasso di bocciature: circa il 40%. Per lo più gli stop arrivano dalle Direzioni provinciali del lavoro, chiamate a verificare se chi assume può farsi davvero carico di un dipendente e se le condizioni offerte sono in linea con la contrattazione collettiva. Le Questure invece danno parere negativo se saltano fuori dei precedenti penali o una vecchia espulsione del cittadino straniero, situazioni che ne pregiudicano l’ingresso in Italia. Se la maggioranza popolo dei flussi è ancora in attesa, per il resto c’è chi ride, se è arrivato il nulla osta, e chi piange, se la corsa è finita in un nulla di fatto. Tanti poi, finiti fuori dalle prime graduatorie provvisorie , tornano a ragione a sperare, perché con tutti questi bocciati i ripescati saranno moltissimi. Arrivano infine rassicurazioni sulla consultazione online dell’iter delle domande. Nei giorni scorsi alcuni lettori ci avevano segnalato che interrogando il sito del ministero dell’interno non trovavano più i loro dati. “Abbiamo fatto degli aggiornamenti al sistema per sveltire la consultazione. Sono operazioni periodiche che possono far sparire per un po’ le domande, ma ora è tutto a posto” spiegano al Viminale.

Ecco i dati aggiornati al 5 maggio 2008 (Fonte: Ministero dell’Interno):Domande Presenti: 726.471Esito negativo Questura: 4.999Esito negativo DPL: 13.453Domande chiuse: 1.205Nulla Osta rilasciati: 22.459Pratiche definite (esiti negativi questura + esiti negativi DPL +domande chiuse + Nulla osta rilasciati): 42.116
(fonte:stranieriinitalia.it)