giovedì 24 aprile 2008

Francia:regolarizzazione caso per caso


Ok a chi ha un lavoro in settori che soffrono mancanza di manodopera

Dopo una settimana di sciopero dei lavoratori sans papiers, il governo francese apre a una regolarizzazione “caso per caso”. Ieri sindacati e associazioni hanno presentato alle prefetture della regione parigina le domande di regolarizzazione per almeno 600 clandestini. Una possibilità offerta dall’articolo 40 della legge sull’immigrazione in vigore dallo corso autunno, secondo il quale si può sanare al posizione di clandestini impegnati in settori con carenza di manodopera, purchè ci sia "un impegno fermo del datore di lavoro”. Il sindacato di sinistra, la Cgt, vorrebbe estendere questa possibilità anche alle badanti, ai dipendenti senza busta paga che possono mostrare dei collegamenti con il datore di lavoro e a quelli licenziati a causa della nuova legge, che obbliga i datori di lavoro a verificare i documenti dei lavoratori. Il ministro dell' immigrazione Brice Hortefeux ha sottolineato che non ci sarà una regolarizzazione di massa. "Non si tratta di entrare in una discussione su migliaia di regolarizzazioni. Abbiamo un dispositivo che ci consente di regolamentare in modo circoscritto, caso per caso, un certo numero di situazioni” ha spiegato il capo della sua segreteria, Thierry Coudert. I datori di lavoro chiedono però una regolarizzazione ampia e veloce. "Il caso per caso non è una soluzione e non si può trascinare questa situazione troppo a lungo. Questo spingerebbe i datori di lavoro a licenziare: per noi sarebbe un non senso e una perdita economica" ha detto il presidente del secondo sindacato francese degli albergatori e dei ristoratori, Didier Chenet.Nell'industria alberghiera e della ristorazione francese un lavoratore su dieci è immigrato e ogni anno mancano all’appello 20.000 lavoratori. "Il nostro – dice Chenet -è un lavoro sotto pressione, e anche con la regolarizzazione di tutti questi sans papiers avremmo ancora bisogno di altri dipendenti. In ogni modo i clandestini non prendono il posto di altri salariati".

(fonte:stranieriinitalia.it)

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